Questo titolo non l’ho scelto a caso, ma con la massima cognizione. Siamo in un’epoca governata dalla frenesia, in cui i ritmi serrati di ogni giorno ci impongono di essere multitasking, sempre attivi e pronti alle emergenze, tanto da dimenticarci completamente chi siamo, da dove veniamo, ma soprattutto, quello che realmente amiamo. Assorbiti dalla quotidianità finiamo per mettere da parte noi stessi e non pensare abbastanza alle nostre passioni e al nostro benessere.

Molte persone si affidano alle pratiche orientali, ormai da decenni trasportate nel nostro continente, per rilassarsi e prendersi cura di sé.

Io credo che per riuscire a rilassarsi e amarsi ciascuno dovrebbe trovare la dimensione che più gli appartiene, sia essa meditativa, sportiva o, come nel mio caso, artistica.

Nell’arte fotografica si può trovare la giusta dimensione tra anima e corpo, così da ristabilire nel modo più sano e piacevole le vostre energie. L’arte, di per sé, avvicina sempre al divino che risiede in ciascuno di noi e necessita degli stimoli giusti per essere risvegliato.

E perché non svegliarlo proprio attraverso la fotografia, con un workshop apposito?

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Vivere e interiorizzare un paesaggio non vuol dire soltanto osservarlo, studiarlo nei minimi dettagli e prospettive ma comprenderlo. E come si comprende un paesaggio? Nel mio articolo sulla fotografia di paesaggio evidenzio quali sono i momenti adatti per questo tipo di fotografia (dalla golden hour alla blue hour, vedendo anche in maniera dettagliata quando si verificano queste condizioni) così come le dritte migliori per decidere la giusta apertura di diaframma e ottenere così il massimo dalla fotografia paesaggistica.

Ma immortalare quello che vediamo con perfezione tecnica non basta per riuscire ad emozionare noi e gli altri.

Le emozioni necessitano di qualcosa che colpisca, che illumini o che stupisca l’osservatore o chi per lui, ed è chiaro che non tutte le fotografie scattate possiedono un’anima.

Come dico sempre nei miei corsi di fotografia, la prima regola per essere degli ottimi fotografi è quella di immergersi totalmente in quello che stiamo vivendo, entrare quindi in empatia con l’ambiente circostante, che si tratti di natura, animali (come nel caso della caccia fotografica) o persone (come nella fotografia di ritratto, nella street photography e nella fotografia di reportage).

Ogni fotografia necessita della totale abnegazione verso il lavoro che andrete a realizzare; non accetta limiti, né mentali, né strumentali né tantomeno fisici; se volete realizzare un grande lavoro dovrete attingere a ciò che è di più sacro per l’essere umano, ovvero la vostra anima e al suo divino.

Ritrovare la vostra umanità sarà il primo passo verso voi stessi e verso il vostro personale rilassamento; la fotografia è come un mantra, non distoglie l’attenzione da noi stessi, ma la amplifica; non vi toglie i problemi, ma ve li fa scoprire; non vi da la possibilità di sfogare in maniera vana la rabbia, il disprezzo, la solitudine, la depressione, ma incanala tutte le emozioni nella riuscita delle vostre fotografie; perché in fin dei conti, ogni emozione, che sia bella o brutta, sarà presente in ogni vostro lavoro, riuscendo nell’impresa di raccontare la realtà, ma soprattutto, voi stessi.

La fotografia è un’arte che non nasconde, ma valorizza; è troppo facile andare a fotografare quando la nostra vita è piena di gioia e amore. Sfruttate anche i brutti momenti, quelli veramente brutti, per impugnare la vostra macchina fotografica, perché sarà allora che capirete veramente cosa significa fotografare, cosa significa essere umani.

Ecco, quindi, che avrete trovato la vostra dimensione e, con essa, la vostra tecnica di rilassamento.

Ecco, allora, che avrete trovato la strada per scoprire voi stessi, perché la fotografia è un marasma di evoluzioni fatto di esperimenti e progetti anche fallimentari, ma ricchi di insegnamenti e soprattutto, di scoperte grandiose.

Ecco, perché, voglio lanciare il primo workshop fotografico sensoriale, il quale ha un preciso scopo: fare un viaggio dentro sé stessi attraverso la cura della fotografia.

Non dimenticatevi, mai, che la fotografia è attesa, movimento, esaltazione, racconto e creatività e riscoperta di sé stessi.

Per info e costi scrivetemi una mail a info@lucastorri.it

Un pensiero su “Workshop fotografico sensoriale: rigenerarsi attraverso la fotografia

  1. Laura dice:

    Salve,
    Sono Laura Grego, vorrei chiederle cortesemente delle informazione che mi servono per completare un itinerario turistico che stò facendo per un corso di formazione di “Marketing turistico” che stò frequentando. Mi piacerebbe sapere in cosa consiste il suo work shop sensoriale, dove viene fatto in zona Tuscia, quanto dura (è variabile?) e possibilmente quanto costa (è variabile?), insomma tutte le info possibile cortesemente.
    Sperando in una Sua risposta, La ringrazio anticipatamente e Le mando i miei cordiali saluti.

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